Tre facce della stessa moneta?
Quali sono le differenze tra criptovalute, stablecoin e Central Bank Digital Currency
Il mondo delle criptovalute, essendo qualcosa di relativamente molto recente e soprattutto in continua evoluzione, si presta spesso a errate interpretazioni. Criptovalute, stablecoin e Central Bank Digital Currency sono tre strumenti diversi, ognuno con le sue peculiarità che lo contraddistinguono. Ci soffermeremo oggi in particolare sulle ultime due, ovvero nel comprendere ciò che differenzia stablecoin e Central Bank Digital Currency (CBDC).
Le criptovalute presenti sul mercato sono quasi 7.000 con una crescita del 10.242% nell’ultimo decennio ed un impressionante incremento dei volumi di scambio che oggi si assesta intorno ai 700 miliardi di dollari al mese (con un picco di 2,2 trilioni di dollari a maggio 2021).
Tale diffusione di criptovalute associata a quella dell stablecoin ha portato banche centrali e i governi a chiedersi se ci fosse effettivamente il rischio che queste potessero concorrere nel tempo con le valute tradizionali e di conseguenza ad attivarsi per la creazione di proprie monete digitali, per l’appunto le CBCD.
La prima distinzione che va fatta è tra moneta digitale, ovvero una valuta che non ha una sua rappresentazione fisica ma che viene creata e scambiata solo in modo digitale, e una valuta virtuale che è una rappresentazione digitale di un valore, non emessa da un ente autorizzato come una banca centrale, un istituto di credito o un istituto di moneta elettronica.
Il cosiddetto Euro Digitale, l’equivalente elettronico dell’attuale valuta fiat in corso legale di cui i legislatori iniziano a parlare, è a tutti gli effetti una moneta digitale. Mantiene tutte le caratteristiche di tracciabilità dell’euro tradizionale e come quest’ultimo si presta alle manovre di politica monetaria che le banche centrali effettuano per garantire la stabilità dei prezzi. Un esempio di valuta digitale è ad esempio Tether, una stablecoin che mantiene costante il suo valore in quanto agganciato ad una riserva stabile basata sul dollaro americano e quindi il valore di una moneta tetre corrisponderà al tasso di cambio di un dollaro. Ma a differenza dell’euro digitale, non è controllata dal sistema bancario tradizionale e non viene emessa delle banche.
Quello che spaventa delle criptovalute e che ad oggi impedisce loro di imporsi come moneta di scambio è la loro volatilità, ovvero le oscillazioni talvolta importanti di prezzo che hanno anche all’interno della stessa giornata. Questo è ovviamente un limite in quanto un mezzo di pagamento necessita di un valore stabile e costante. Caratteristica invece presente nelle stablecoin che hanno un valore stabile, dal quale deriva il loro nome, grazie al vincolo che hanno relativamente ad un altro mezzo di scambio, come ad esempio una valuta fiat (euro, dollaro, yen, etc). Ma a differenza delle valute tradizionali, una stablecoin non ha bisogno di intermediari finanziari per essere scambiata poiché la transazione avviene all’interno della blockchain.
La stabilità del prezzo e la facilità di scambio candidano le stablecoin ad essere un potenziale sostituto efficiente dei mezzi di pagamento attualmente utilizzati ed è per questo motivo che oggi governi e banche centrali si stanno muovendo per creare la loro valuta digitale, che possa avere i medesimi benefici delle stablecoin ma che rimanga all’interno del circuito bancario.
Il numero di banche centrali che ha avviato questa tipologia di progetto è elevato. Sono ben 36 infatti quelle che nel 2021 avevano già sviluppato un percorso in quella direzione, con 4 che hanno già concluso un progetto pilota, ovvero Cina, Giappone, Brasile e Giamaica.
I vantaggi di un CBDC sono molteplici. In primis una riduzione di costi rispetto alle valute fiat, relative all’eliminazione dei costi di stampa, deposito e trasporto di banconote e monete che, essendo la CBDC totalmente digitale, verrebbero praticamente annullati. In secondo luogo, le valute digitali potrebbero aumentare l’inclusione finanziaria, rendendo il mondo dei pagamenti digitali accessibile anche a mercati e Paesi dove permangono criticità di accesso e diffusione di tecnologie di pagamento innovative. Inoltre, la CBDC può rispondere alle crescenti esigenze di instant payments di cittadini e imprese, velocizzando il trasferimento del denaro, oltre a eliminare le costose commissioni per i pagamenti cross-border, uniformando il costo di una transazione, sia essa nazionale o internazionale. Infine, la creazione di una CBDC diffusa può da un lato contrastare la diffusione e l’utilizzo di mezzi decentralizzati come le criptovalute e le stablecoin e dall’altro rafforzare le politiche monetarie delle banche centrali che continuerebbero a mantenere il controllo totale sulle transazioni.
Appare dunque quasi inevitabile un graduale passaggio da valuta tradizionale a CBDC in quanto una loro mancata adesione, aprirebbe le porte ad un mondo sempre più legato a stablecoin a criptovalute che viaggiano fuori dal controllo delle banche centrali e dei governi e questo, sebbene possa sembrare un aspetto nobile, aprirebbe enorme questioni di legalità sui trasferimenti di denaro tra individui e imprese a livello globale.
Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Banca Centrale Europea, Bank of International Settlements e Parlamento Europeo, 2022.