News

Tempi… Contemporanei

di Caterina Boschetti, 30/08/2022

Gesti ripetitivi, ritmi disumani e spersonalizzanti della catena di montaggio che portano a un esaurimento nervoso. Non parliamo dell’attuale visione del lavoro, ma della visionaria interpretazione dell’epoca industriale di Charlie Chaplin che nel 1936  interpreta e dirige Modern Times, un capolavoro in bianco e nero con una sottile, quanto pungente satira sul lavoro.

Trascorriamo il 15% della nostra vita in ufficio. Si tratta di un dato di dominio pubblico e che dovrebbe renderci chiaro quanto sia fondamentale trascorrere il nostro tempo professionale in un ambiente lavorativo sano e sereno.

Non si tratta di creare una fabbrica del cioccolato con canzoni, strani marchingegni e un geniale quanto stravagante Willy Wonka che passa tra le scrivanie, ma di impostare dei nuovi paradigmi non solo operativi, ma anche di pensiero in grado di rendere tutto il team appassionato e coinvolto nelle scelte aziendali.

Deo gratia è molto distante l’idea italiana degli anni 70-80 per la quale una volta trovato il lavoro si sarebbe dovuti restare lì fino alla pensione. Ormai le priorità di vita si sono ridefinite e non vuol dire avere una generazione senza midollo o senso del sacrificio, ma anzi, significa avere persone serene, non frustrate e in grado di capire che la sfera privata va tutelata e non relegata a un secondo piano della propria vita.

 

Nuove priorità

Nel primo trimestre del 2022 si sono dimesse oltre 307mila persone secondo i dati Inps. Una percentuale superiore del 35% rispetto all’anno precedente in cui, in 365 giorni, ci sono stati 1.133.000 dipendenti che hanno deciso di cambiare vita. Nello specifico, in Veneto, i dati parlano di quasi 52 mila dimissioni, contro 39 mila nel 2021, le 33 mila del 2020 e le 38 mila del 2019. L’incremento è di un terzo sull’anno scorso e del 35% sul pre-Covid.

L’ondata di ridefinizione dei valori e delle priorità post pandemia ha toccato anche l’America dove il fenomeno è noto come The Great Resignation.

Cosa sta accadendo? Moltissimi professionisti, in seguito allo stravolgimento dell’ordinarietà lavorativa del 2020, hanno deciso di lasciare la propria azienda prediligendo la possibilità di potersi gestire in maniera (semi)autonoma il proprio tempo e quindi la propria vita privata.

Non si tratta quindi solo del fenomeno dello smart working, ma di una prospettiva generale stravolta in cui l’equilibrio casa-lavoro raggiunge una nuova rivalutazione.

Come rendere più sereno l’ambiente lavorativo in 3 step?

Iniziamo…

 

1 // Dedicare il tempo alle risorse umane

Troppo spesso ci si dimentica che il proprio team è a tutti gli effetti il primo portatore di interesse dell’azienda e, spesso, il PR più efficace. Trovare collaboratori coinvolti in maniera propositiva nelle attività dell’azienda è la vera chiave di volta per riuscire non solo a costruire una buona reputazione, ma anche a creare un ambiente di reale scambio intellettivo.

Il team ha bisogno di avere un dialogo aperto con il reparto risorse umane (oltre che con l’AD) in modo da delineare le necessità, i bisogni e i progetti di formazione e carriera interni all’azienda.

Oggigiorno prendersi cura del benessere mentale e psicologico dei dipendenti dovrebbe essere scontato. Non sempre invece ci si cura di garantire loro un ambiente sereno e privo di stress (e urla) all’interno del quale poter lavorare.

 

2// Curare il benessere fisico delle persone

La salute fisica va tutelata sia che si tratti di professionisti operanti all’interno di uffici, sia che si tratti di operai specializzati in produzione. In entrambi i casi possono subentrare delle problematiche strettamente collegate al lavoro: se da una parte troviamo una sedentarietà tipica dei colletti bianchi, dall’altra troviamo problemi alle articolazioni e stanchezza muscolare causata da un lavoro fisicamente provante.

Finalmente, molte realtà lavorative, stanno iniziando a occuparsi dei loro collaboratori offrendo loro buone pratiche: da scrivanie elevabili in altezza a sedute ergonomiche, da frutta fresca alle macchinette a corsi sulla corretta alimentazione, da erogatori di acqua gratuita alcalina a fornitori del servizio mensa con prodotti bio e variegati.

 

3// Disinnescare

Nell’operatività quotidiana, purtroppo, si inseriscono delle tensioni, spesso esagerate, dettate dallo stress, dall’ansia e anche dalla paura di essere giudicati per i propri errori più che per le proprie conquiste. Per questo, avere nel proprio team una persona in grado di disinnescare può essere un’arma bianca strategica. Trovare il dialogo e costruire un confronto basato sul rispetto significa riuscire ad avere molteplici punti di vista su cui costruire non solo l’identità, ma anche l’offerta della propria azienda.

 

4, o meglio, il Bonus Track // relativizzare

A meno che non si lavori in un ospedale, è fondamentale ricordare che il proprio team non è, a tutti gli effetti, un’equipe di cardiochirurghi che salvano vite.

Ci sono urgenze e ci sono priorità, certo, ma vanno considerate per quello che sono realmente.

 

Percorsi di sostenibilità

Rendere la propria azienda un luogo di scambio di idee e di crescita professionale è fondamentale. Per questo è necessario definire una strategia di implementazione di politiche di sostenibilità così da rendere il proprio ambiente lavorativo sano, sereno e ricco di stimoli.

Un mix di attività dedicate all’ambiente, al welfare e alla comunità locale.

Condividi l'articolo
Torna a news

Potrebbero interessarti

News

Una tavolozza di colori

di Caterina Boschetti, 02/08/2022
Pittori e artisti di tutte le epoche hanno rappresentato il mondo con colori vividi, pennellate caratteristiche e stili unici. Klimt nel 1901 ha dipinto Tannenwald – una foresta di abeti, Van Gogh ha realizzato un movimentato sottobosco, Šiškin ha rappresentato la vitalità di quattro orsetti nel bosco e Friedrich ci… Read More
Vai all'articolo
News

Sostenibilità, in Italia Molto Rumore per nulla

di Caterina Boschetti, 05/05/2022
Come direbbe Shakespeare, da quanto emerge oggi in Italia sulla sostenibilità, c’è “molto rumore per nulla”… Premetto che per quanto mi riguarda, l’attenzione sulla sostenibilità e sull’agire in maniera responsabile da parte delle imprese, è una “moda” più che virtuosa. Tuttavia questa sensibilità comune deve essere vissuta in maniera etica… Read More
Vai all'articolo
News

Profezie ignorate

di Caterina Boschetti, 18/07/2022
“Non fare la Cassandra” “Ma io sono Cassandra”. Citando il film di Woody Allen Dea dell’Amore, a volte le cattive previsioni sono reali, anche se dette da personaggi definiti pessimisti cronici. Tuttavia, diciamocelo: non c’è limite alle cecità umana. Del resto Laocoonte cercò inutilmente di avvisare i troiani che… Read More
Vai all'articolo
News

La sete di deforestazione

di Caterina Boschetti, 13/06/2022
Bram Stoker per il suo romanzo Dracula, pubblicato nel 1897, si ispirò alla figura di Vlad, un nobile dittatore rumeno chiamato appunto Dracula, noto per la sua brutalità e per la sua predilezione per l’impalamento dei nemici.  Attraverso lettere e diari, si delinea un personaggio succube dei suoi impulsi… Read More
Vai all'articolo
News

La favola del litio

di Caterina Boschetti, 12/05/2022
Pubblicato il report di Transport & Environment che dimostra la possibilità di immettere sul mercato 14 milioni di nuove auto elettriche entro il 2023.  Di fatto ci sarebbero litio e nichel a sufficienza per continuare la transizione elettrica anche senza le materie prime russe. Il focus di questo studio… Read More
Vai all'articolo
News

Il monito di Moby Dick

di Caterina Boschetti, 12/07/2022
Moby Dick viene descritta come una balena bianca enorme, senza connotazioni etiche.  Un’imponente creatura simboleggiante l’indifferenza della natura nei confronti dell’uomo come ricorda il primo ufficiale Starbuck ad Achab quando cerca di frenare la sua vendetta  “Moby Dick non ti cerca. Sei tu, tu che insensato cerchi lei”. Read More
Vai all'articolo