Sport e finanza
Guadagnare molto durante una carriera sportiva professionale non significa riuscire poi a vivere di rendita per il resto della propria vita una volta in pensionamento.
Anzi, i casi in cui diversi atleti hanno mal gestito le proprie finanze durante il periodo di attività non sono pochi.
Da Mike Tyson a Gianluigi Buffon, da George Best a Kenny Anderson, questi sono alcuni esempi di sportivi che non hanno saputo gestire bene i soldi guadagnati in carriera o perché mal consigliati o addirittura perché truffati da persone o agenzie inaffidabili.
Lo studio
Uno studio pubblicato da Sports Illustrated dimostra quanto le superstar possano essere devastanti in campo quanto inefficaci nell’amministrazione dei propri beni. Da quanto riportato, attorno al 35% dei giocatori di NFL dichiara bancarotta o comunque un importante stress finanziario entro due anni dal proprio ritiro, mentre per i giocatori di basket della NBA, la percentuale sale al 60% entro i primi cinque anni.
Ma dove vanno a finire tutti questi milioni?
Gioielli, automobili, scommesse e gioco d’azzardo, feste, matrimoni (e conseguenti divorzi), amici di dubbia moralità, spese folli e in altri casi l’incapacità di investire con buon senso.
Le leghe professionistiche americane provano ad arginare il problema ed a proteggere i propri atleti gestendo un fondo pensionistico indipendente (un giocatore NBA con dieci anni di carriera percepisce 14.000 dollari al mese dopo il raggiungimento dei 55 anni di età) ed organizzando corsi per insegnare come gestire la propria ricchezza.
Il commento di Massimo Bocci
In un articolo pubblicato da Ansa, Massimo Bocci, manager e private banker di Azimut Global Advisory, ha sottolineato come “[…] è importante programmare investimenti mirati, per proteggere il proprio futuro una volta chiusa la carriera. Prendere coscienza di cosa si sottoscrive ed il perchè si sceglie una strategia piuttosto che un’altra. Il mercato è in continua evoluzione e una pianificazione finanziaria significa non solo la scelta sul mercato degli strumenti più idonei ed efficaci, ma anche un’attenta ottimizzazione fiscale nel corso degli anni, garantendo allo sportivo professionista una protezione del proprio patrimonio a 360 gradi, anche in termini successori.”
Il ruolo del family office
Il compito che il Family Office si prepone è quello di gestire nel modo più ottimale possibile queste tipologie di situazioni sia cercando di venire in contro alle esigenze di ciascun professionista sia delineando la giusta strategia.
Si tratta di un processo decisionale di carattere patrimoniale che va affrontato in modo trasparente e sincero.
Infatti il family office è la figura più adeguata per programmare il post carriera degli sportivi professionisti. Si tratta di una professionista formato e accreditato dall’AIFO in grado di includere nelle strategie di investimento i vari fattori influenzanti. L’obiettivo è riuscire a garantire all’atleta un pensionamento al pari dei suoi standard di vita.