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Monete digitali, tokens e utility tokens

di Luca Padovan, 04/03/2022

 

C’è ancora poco conoscenza del mondo Crypto e dei molteplici usi che se ne possono fare ed è per questo che ho deciso di scrivere questo breve articolo che vada a spiegare in maniera semplice l’utilizzo pratico di Bitcoin&Co.

 

Partiamo dal principio.

 

Le monete digitali sono denaro

 

Nelle transazioni e negli scambi commerciali utilizziamo solitamente banconote di carta, monete di metallo o il bancomat/carta di credito (che opera in circuiti elettronici). Questa tipologia di denaro è chiamata valuta fiat (o moneta a corso legale). Ciò sta a significare che la disponibilità di denaro e il loro valore è controllata da un istituto centralizzato (Banca Centrale).

 

Il 31 ottobre 2008, Satoshi Nakamoto creò Bitcoin, la prima valuta digitale. La funzionalità di una moneta digitale è esattamente quella: un mezzo di pagamento. Ha le medesime caratteristiche dei soldi; è un’unità di misura, riserva di valore e mezzo di scambio. Una moneta digitale non è molto diversa da una moneta fisica che di solito teniamo in tasca: la differenza sta nel fatto che è digitale e non controllata da un ente centralizzato.

 

In certi casi sono riserva di valore

 

Nel caso specifico del Bitcoin ad oggi, dopo poco più di 13 anni dalla prima transazione, molti esperti lo considerano principalmente una riserva di valore, al pari dell’oro, rispetto ad una valuta da usare per gli acquisti di tutti i giorni in quanto la scarsità limitata a 21 milioni di pezzi lo rende simile alla scarsità del metallo prezioso, ma molto più semplice da detenere e scambiare.

 

Un parallelismo può essere fatto con il franco svizzero che è una delle valute rifugio per eccellenza e che oltre ad essere la moneta utilizzata in Svizzera nel corso degli ultimi 50 anni si è apprezzata del 400% rispetto al dollaro americano proprio per le sue caratteristiche di sicurezza e scarsità rispetto ad una valuta globale come il dollaro costantemente sotto pressione per garantire l’espansione monetaria.

 

I token di utilità permettono di avere un diritto di utilizzo su un prodotto o servizio

 

Un token di utilità (o utility token) ha una più ampia funzionalità rispetto ad una moneta: questi token hanno certamente un valore, ma non possono essere considerati dei soldi così come lo sono le monete. Gli utility tokens possono essere utili in diversi modi, dando la possibilità agli individui che li detengono di poter accedere a prodotti o servizi.

 

Tipicamente una startup tecnologica sviluppa un prodotto o servizio e inizia un’ICO (Initial Coin Offering -> Offerta Iniziale di Moneta). Durante l’ICO la società vende i propri utility tokens. Gli investitori possono acquistare questi tokens e usarli come mezzo di pagamento all’interno della piattaforma sviluppata dalla stessa società. È come se fossero dei buoni che hanno un valore se utilizzati all’interno di un determinato contesto, come può essere un supermercato, un abbonamento in palestra, ecc…

 

Ad esempio, un token di Uber potrebbe essere utilizzato per pagare il tragitto dall’aeroporto a casa mediante un’auto registrata all’interno della piattaforma Uber. Ma il token di Uber non può essere utilizzato per pagare lo stesso tragitto se si prende un taxi qualunque. In quel caso si dovrà innanzitutto scambiare il token Uber con una valuta a corso legale o con una valuta digitale.

 

I termini “moneta” e “token” sono spesso usati come sinonimi, ma da quello che si evince nell’esempio appena riportato si può capire come siano due cose a sé stanti. I tokens sono comunque integrati su una blockchain dove sono scambiate già cryptovalute in grado di interoperare con gli smart contract collegati agli stessi tokens.

 

I security tokens rappresentano un investimento

 

I security tokens agganciano il loro valore ad un asset esterno, ad esempio un bene negoziabile.

 

Se per esempio acquistaste una versione tokenizzata di un’azione, avreste gli stessi diritti del possessore della medesima azione che però è stata scambiata attraverso un broker tradizionale (con gli stessi diritti patrimoniali e di voto). L’unica differenza sta nel fatto che un token si presenta in formato digitale. La distinzione con l’utility token sta nel fatto che i security tokens sono strutturati per essere degli investimenti. Per questo motivo ricadono sotto la stesse supervisione regolamentare in cui risiedono altri strumenti d’investimento.

 

Se una società emette dei security tokens, il processo non si chiama ICO, bensì STO (Security Token Offering). Gli STO devono essere registrati presso le rispettive autorità garanti. Inoltre, l’aggiunta della supervisione da parte di un organo di controllo dovrebbe aumentare significativamente la sicurezza degli STO e dovrebbe renderli molto meno vulnerabili in relazione a possibili frodi o utilizzi impropri.

 

La sicurezza dell’utilizzo della Blockchain

 

In questo caso stiamo parlando della tecnologia che sta alla base del mondo Crypto e le cui applicazioni dovranno ancora essere esplorate appieno nel prossimo futuro.

 

La caratteristica principale è la sicurezza nella certificazione delle operazioni all’interno di un registro decentralizzato. Un esempio didattico che spesso viene utilizzato è quello del pubblico catasto. Se fosse trasferito in Blockchain avremmo in pochi secondi e costi bassissimi tutte le informazioni relative ad un immobile, presenti e passate, e sarebbe possibile semplificarne il passaggio di proprietà senza perdere la garanzia di andare da un notaio per certificare pubblicamente l’atto.

 

Al di là di quanto visto sono convinto che siamo solo all’inizio di quella che potrebbe essere una nuova rivoluzione tecnologica come lo è stato internet sul finire del secolo scorso.

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