Mercati che scendono, vino che sale
L’importanza delle componenti reali del portafoglio
Il mese di aprile, per il mondo del vino è stato un mese breve, ma ricco di eventi con le festività pasquali, Vinitaly a Verona e le degustazioni En Primeur a Bordeaux.
I critici sembrano concordare sul fatto che la nuova annata 2021 non sia “grande”, anche se non mancano alcune eccezioni. Dato importante anche per gli investitori in vino, con l’annata 2021 di Bordeaux che nei prossimi anni probabilmente vedrà performance inferiori rispetto ad esempio alla 2015, ritenuta in modo unanime un’ottima annata.
I prezzi dei vini pregiati sono continuati a salire a livelli record, ma il ritmo di crescita è leggermente rallentato. L’indice Liv-ex 100 è cresciuto dello 0,7% ad aprile, in linea con il mese precedente, mentre il Liv-ex 1000 addirittura del 1,3%, anche se al suo interno le sotto aree geografiche si sono mosse in modo difforme.
Scarecrow Cabernet Sauvignon 2019 è stato il vino più scambiato in termini di valore nel mese di aprile, mentre Chateau d’Armailhac (Bordeaux) ha registrato i maggiori volumi.
Chi spicca per performance invece è la Borgona, con l’indice Liv-ex Burgundy 150 che ha raggiunto il suo nuovo record storico con un incremento del 3,5% nel solo mese di aprile e portandosi addirittura al +18,6% da inizio anno.
In un contesto macroeconomico come quello attuale, dove i mercati finanziari, senza distinzione di asset class, materie prime a parte, hanno registrato performance estremamente negative da inizio anno, il vino da investimento si dimostra ancora una volta per quello che è: un bene fisico, in grado di offrire una remunerazione stabile nel tempo e non soggetto alle turbolenze dei mercati.
L’inizio del 2022 è infatti il peggior anno dal 1950 per i mercati, ma per le sue caratteristiche intrinseche, il vino da investimento non ne ha minimamente risentito, riportando per il quarto mese consecutivo una crescita del suo valore.
Mentre gli indici azionari registrano perdite a doppia cifra, indistintamente dall’area geografica, con il Nasdaq arrivato a perdere il 22% da inizio anno a fine aprile (e valori nettamente peggiori oggi alla metà di maggio) l’indice principale, il Liv-ex 100 segna un rendimento positivo del 3,6%, mentre arriva addirittura al 8,6% il Liv-ex 1000.
Ma ancor più del rendimento, la principale peculiarità dell’investimento in vino è la bassa volatilità. E anche in questo caso nasce spontaneo il paragone con i mercati finanziari che vedono in questi giorni l’indice della volatilità, il Vix, costantemente sopra al livello chiave di 30, mentre il valore delle bottiglie di vino pregiato si muove sempre senza grossi scossoni.
In contesti di elevatissima incertezza e forte inflazioni, i beni reali sono uno strumento assolutamente necessario per diversificare il portafoglio, ottimizzando il rendimento dell’asset class a basso rischio e immunizzando dalla volatilità dei mercati una quota del portafoglio.