L’arte nel wealth management
Sempre più famiglie stanno investendo in arte in ottica di wealth management.
Il dato, pubblicato nel report Art&Finance 2022 di Deloitte Luxembourg e Art Tactic, è la sintesi di un sondaggio condotto su svariati players internazionali tra i quali banche private, family office, collezionisti, professionisti di settore ed esperti nei servizi di collateralizzazione di opere d’arte.
A sostegno di questa analisi, si evidenzia che la quota di gestori patrimoniali che offrono servizi di consulenza nel settore Arte e Beni da collezione è passata dal 39% nel 2011 al 78% nel 2021.
Alessandro Guerrini, AD di Art Defender, commenta “La vivacità del mercato – alimentata dagli ottimi risultati del comparto delle aste e dalla ripresa, a livello nazionale e internazionale, dei principali appuntamenti fieristici – ha trainato in maniera determinante la domanda di servizi di art collection management: gli HNWI hanno infatti incrementato, nell’anno che si è appena concluso, gli acquisti di opere e beni d’arte, dirottando verso le proprie passioni collezionistiche buona parte delle risorse normalmente dedicate ad altri comparti, come ad esempio quello “leisure & travel”, fortemente compromesso dalla situazione pandemica”.
VISIONE OLISTICA DEL PATRIMONIO
La competenza di un family office prevede l’accompagnare la famiglia nella gestione del proprio patrimonio in maniera coerente ai propri valori. L’obiettivo è delineare un investimento complessivo in asset in linea con la visione a lungo termine della famiglia. Si tratta di una strategia olistica ed empatica che vuole mettere in pratica la filosofia peculiare di ciascun cliente attraverso un patrimonio che ne rispecchi le caratteristiche.
Il wealth management sta registrando una relazione sempre più stretta con il mondo dell’arte, unendo al valore emotivo degli investimenti, quello finanziario.
Si tratta di una tendenza risultato della grande disponibilità di liquidità a livello internazionale che spinge a voler investire in beni alternativi per diversificare il proprio portafoglio.
INTERESSE IN CRESCITA
Negli ultimi 10 anni si è registrata una forte crescita di richieste da parte dei clienti di includere nel proprio patrimonio anche asset artistici. Parliamo di un dato che è passato dal 11% nel 2011 al 48% nel 2021.
Questo crescente interesse riguarda anche il fiorente mercato dell’arte digitalizzata. Infatti, dopo la pandemia, si è vista una profonda spinta legata al computer art che ha aperto il settore artistico a un nuovo tipo di collezionista: under 35. Infatti tanti giovani hanno iniziato ad approcciare il mercato artistico comprendendo rapidamente le prospettive di investimento e costringendo il settore dei beni da collezione ad adeguarsi a nuove esigenze e nuove abitudini d’acquisto.
Svariate case d’asta internazionali, grazie all’aumento del 40% di nuovi buyers, hanno deciso quindi di includere nelle loro vendite anche cimeli sportivi, streetwear, strumenti musicali, NFT e digital art.
CONCLUSIONE
Il mercato dell’arte dimostra da secoli flessibilità e profonda capacità di adattamento al contesto socio-culturale che lo fermenta. Oggigiorno si è compreso che oltre al valore storico ed emotivo, l’arte racchiude in sé anche un’opportunità intrinseca di investimento. Questo ha permesso di registrare un’inedita propensione al rischio del settore, anche grazie alla trasparenza e alla maggiore disponibilità di informazioni rese possibile dall’online e la capillare diffusione di tecnologie avanzate.
La conclusione che ne deriva è ovvia: è fondamentale inserire l’arte nella propria gestione familiare di wealth management attraverso asset selezionati da professionisti ed esperti, .