La regolamentazione delle cripto
Le criptovalute e la tecnologia blockchain sono diventate sempre più popolari negli ultimi anni, attirando l’attenzione regolamentare dei governi di tutto il mondo. Mentre alcuni paesi hanno abbracciato l’innovazione e cercato di stabilire linee guida chiare per il settore, altri hanno adottato un approccio più cauto, limitando o vietando del tutto l’uso delle criptovalute.
DIRETTIVE INTERNAZIONALI
Nell’Unione Europea, la 5a Direttiva Anti-riciclaggio è entrata in vigore nel gennaio 2020, che richiede agli scambi di criptovalute di conformarsi alle norme anti-riciclaggio (AML) e conoscenza del cliente (KYC). Ciò ha fornito maggiore chiarezza e sicurezza per i consumatori e allo stesso tempo ha permesso l’innovazione nel settore. Nel mese di ottobre 2022, il Consiglio Europeo ha approvato la proposta di Regolamento sui mercati delle cripyovalute (markets in crypto assets – MiCa).
Negli Stati Uniti, le agenzie regolamentari come la SEC e la CFTC stanno considerando come classificare le criptovalute e le offerte iniziali di monete (ICO), con la SEC che sostiene che molte criptovalute e ICO dovrebbero essere considerate titoli e soggette alle leggi federali sui titoli.
In Asia, paesi come Giappone e Corea del Sud sono stati all’avanguardia nella regolamentazione delle criptovalute, riconoscendo queste ultime come forma di pagamento e stabilendo linee guida chiare per gli scambi e le aziende che operano nel settore.
REGOLAMENTAZIONE ITALIANA
La regolamentazione delle criptovalute e della tecnologia blockchain in Italia è ancora in evoluzione, ma il governo italiano ha adottato un approccio relativamente positivo verso questo settore.
Nel 2018, l’Associazione Bancaria Italiana (ABI) ha pubblicato linee guida per l’utilizzo della tecnologia blockchain nel settore finanziario, riconoscendo il suo potenziale per ridurre i costi e aumentare l’efficienza. L’ABI ha anche sollecitato una maggiore collaborazione tra banche e aziende tecnologiche per sviluppare soluzioni innovative.
L’Agenzia delle Entrate italiana ha fornito anche indicazioni sulla tassazione delle criptovalute, affermando che queste dovrebbero essere considerate come beni finanziari ai fini fiscali e soggette a tassazione sulle plusvalenze con la legge di bilancio. Inoltre, anche le criptovalute hanno ottenuto una loro disciplina specifica.
LE CRIPTO NELLA LEGGE DI BILANCIO
Nel testo della Legge di Bilancio è stata quindi disposta una categoria di ‘redditi diversi’ da assoggettare a tassazione nella misura del 26% (art. c-sexies dell’art. 67 TUIR). Essa è costituita dalle plusvalenze conseguite grazie alle cripto-attività, ma solo per la parte superiore a 2mila euro nel periodo di imposta. Anche le minusvalenze sono fiscalmente rilevanti, sono previste regole specifiche per portarle in deduzione nei periodi di imposta successivi (non oltre il quarto) a quelli in cui si sono verificate.
Viene poi previsto che il possesso di cripto-attività deve costituire oggetto di monitoraggio fiscale (indipendentemente, quindi, dal fatto che si siano conseguite plusvalenze) e che il contribuente possa scegliere l’opzione del risparmio amministrato o quella del risparmio gestito presso gli intermediari bancari e finanziari abilitati.
Con le nuove previsioni, scompare la necessità di aver superato la giacenza di 51.645,69 euro. Quindi, ad esempio, da oggi in poi è sufficiente una giacenza di 10mila euro per far scattare l’obbligo impositivo, ma la plusvalenza fiscalmente rilevante sarà soltanto quella superiore a 2mila euro.
CONCLUSIONI
In generale, il paesaggio regolamentare per le criptovalute e la tecnologia blockchain è in continua evoluzione con nuove linee guida che vengono introdotte e le norme esistenti che vengono perfezionate. Mentre il futuro della regolamentazione rimane incerto, si prevede che la tendenza verso una maggiore chiarezza e sicurezza per i consumatori continuerà.
In conclusione, la regolamentazione delle criptovalute e della tecnologia blockchain è un processo in corso, con Paesi diversi che adottano approcci diversi. Nonostante il paesaggio regolamentare variabile, la tendenza verso una maggiore trasparenza per i consumatori è destinata ad aumentare, fornendo una base per la continua crescita e sviluppo del settore.