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Intro ai certificati di investimento

di Marco Falsarella, 30/05/2023

Di cosa parliamo?

I certificati d’investimento sono strumenti derivati cartolarizzati collegati all’andamento di un’attività sottostante, come ad esempio un paniere di azioni, obbligazioni, indici o ETF. Vengono emessi generalmente da banche o altre istituzioni finanziare, e sono strutturati mediante delle strategie composte da opzioni.

Sono strumenti d’investimento emessi e garantiti da un Market Maker, negoziabili sul SeDex di Borsa Italiana (mercato dei Securitised Derivatives, ex MCW) o altri mercati regolamentati (es. EUROTLX).

 

Perché sono dei prodotti d’investimento interessanti?

Innanzitutto cerchiamo di capire come funzionano: questi strumenti vengono emessi ad un valore nominale pari a 100 € o 1000 €. Nella data di emissione viene fissato il prezzo iniziale dello o degli strumenti finanziari sottostanti (prezzo di “strike” o “fixing iniziale”). Da questo prezzo può esserci, in alcuni prodotti, una protezione totale del capitale, una protezione condizionata del capitale oppure nessun tipo di protezione.

Generalmente i Certificates hanno una scadenza prefissata tra i due e i cinque anni e possono pagare delle cedole periodiche su base mensile, trimestrale, semestrale o annuale.

Alcune categorie specifiche di Certificates permettono l’incasso anticipato del capitale (opzione autocall) e l’effetto memoria sulle cedole. In quest’ultimo caso, se nella data di osservazione non vengono rispettate le condizioni per l’incasso cedolare, non si perde il diritto ad ottenere tale cedola, ma viene rinviato l’incasso alla successiva osservazione, purché i sottostanti si trovino al di sopra di predeterminati livelli di prezzo (barriera cedolare).

 

Vantaggi

  • Consentono agli investitori di ottenere esposizione ad un’ampia gamma di asset finanziari senza la necessità di acquistare direttamente gli strumenti sottostanti. Questo può contribuire a diversificare il portafoglio e ridurre il rischio complessivo.
  • Offrono diverse opzioni di strutturazione e possono essere progettati per soddisfare le esigenze specifiche degli investitori. Ad esempio, possono essere emessi con diversi livelli di protezione del capitale o con strategie di gestione del rischio incorporate.
  • Possono offrire vantaggi fiscali specifici, a seconda della giurisdizione fiscale in cui si opera. Ad esempio, in Italia le plusvalenze e l’incasso periodico derivante dallo stacco cedolare dei certificati, sono considerati Redditi Diversi e non Redditi da Capitale come nel caso delle plusvalenze derivanti dalla liquidazione di ETF oppure nel caso dello stacco cedolare delle Obbligazioni o ad esempio l’incasso di dividendi derivanti dalla detenzione di partecipazioni azionarie.

Per cui è possibile compensare eventuali minusvalenze (che in tutti i casi sono considerati Redditi Diversi) presenti in cassetto fiscale.

  • Consentono di proteggere il capitale a differenza di un tradizionale investimento diretto in azioni.
  • Consentono di ottenere flussi di capitale in entrata periodici (un po’ come le obbligazioni quando pagano la cedola semestrale).

 

Tipologie di certificati

Certificati a capitale protetto (Equity Protection):

Tracciano l’andamento del sottostante con una protezione totale (100%) del capitale a scadenza. Solitamente hanno un tetto massimo di rendimento (CAP) oltre il quale la performance si blocca e non viene più tracciato l’andamento del sottostante.

In alcuni casi la protezione del capitale può essere pari al 95% o 90%.

Non paga cedole, ma rimborsa tutto il capitale più le eventuali performance a scadenza.

 

Certificati a capitale condizionatamente protetto (Cash Collect):

Tracciano l’andamento di un singolo titolo o di un paniere di titoli, molto spesso azioni. Viene fissata una barriera del capitale e una barriera cedolare, che solitamente coincidono, al 70% o 60% o 50% del livello di fixing iniziale. Pagano delle cedole annuali su base mensile, trimestrale, semestrale o annuale. Hanno una data di scadenza prefissata e possono incorporare l’effetto di richiamo anticipato e l’effetto memoria sulle cedole (Memory Cash Collect Autocallable). Il richiamo anticipato solitamente avviene quando, nella data di osservazione (mensile, trimestrale, semestrale o annuale) quando vengono rilevati i prezzi dei sottostanti per determinare se si ha il diritto di incasso cedolare o meno, se il prezzo spot dei sottostanti è maggiore del prezzo di strike (o fixing iniziale), il prodotto viene rimborsato interamente al valore nominale di emissione con il pagamento di eventuali cedole presenti in memoria.

 

Certificati a leva (Turbo):

Sono certificati che sfruttano la leva per ottenere extra rendimenti con movimenti esponenziali sia al rialzo che al ribasso del sottostante. Hanno un livello di “knock-out” che, quando raggiunto, porta a liquidazione il prodotto registrando una perdita massima pari all’intera somma versata.

 

Certificati a gestione attiva (AMC, Actively Managed Certificates):

Sono dei prodotti che possono essere assimilati agli ETF perché vanno a tracciare passivamente un indice di titoli appositamente costituito da un team di advisor e gestori. La differenza sostanziale è che nei certificati il patrimonio non è segregato a differenza degli ETF e il rischio principale riguarda il rischio di fallimento dell’emittente. Il costo di gestione può variare in base alla tipologia d’investimento e alla modalità e frequenza di ribilanciamento dell’indice. Il vantaggio rilevante rispetto agli ETF riguarda la fiscalità che, come abbiamo riportato sopra, categorizza la plusvalenza come “Reddito Diverso” e dunque compensabile con eventuali minusvalenze in cassetto fiscale.

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