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Il mercato dei diamanti: meglio dell’oro?

di Marco Falsarella, 01/08/2022

Il contesto economico attuale vede contestualmente da una parte un continuo aumento dei livelli di inflazione, causati da strozzature nelle catene di approvvigionamento, dall’altra un consistente aumento da parte delle banche centrali dei tassi d’interesse per cercare di raffreddare queste pressioni inflazionistiche. Come se non bastasse si stanno iniziando a percepire tensioni anche sul mercato del lavoro.

Queste sono state causate da una situazione in cui, per far fronte alla ripresa post pandemica, molte imprese hanno dovuto assumere e sovradimensionare, a volte eccessivamente, il proprio organico e successivamente, a seguito del repentino aumento dei costi di produzione e di un outlook sui tassi di crescita futuri rivisti al ribasso, parallelamente ad una domanda lato consumatore in calo a causa dei recenti rincari, effettuare nuovi riadattamenti. Di conseguenza si è delineato uno scenario in cui l’investitore si trova in difficoltà nell’allocazione delle proprie risorse finanziare. Di fatto, a registrare rendimenti negativi non è soltanto il mercato azionario, ma anche il mercato obbligazionario, il quale solitamente si muove in modo opposto. Allo stesso tempo l’oro, da sempre considerato come bene rifugio per eccellenza, ultimamente pare non si stia comportando come tale: da inizio anno sta infatti registrando un rendimento negativo del 2,5%.

 

Da qui la necessità di trovare dei rendimenti altrove…ma dove?

Da inizio 2021 si è registrato un aumento graduale degli investimenti in beni reali, tra cui i tradizionali investimenti nel Real Estate, gli investimenti nel vino da collezione, negli oggetti d’arte, ma è stato registrato anche un aumento considerevole nel valore dei diamanti. 

Questi ultimi, in particolare, hanno visto una brusca accelerazione nel primo trimestre 2022. Un investitore dell’eurozona che avesse investito nel mercato delle gemme a gennaio 2021, avrebbe generato oltre ad un rendimento sul cambio (dato che l’acquisto dei diamanti viene effettuato in dollari) attorno al 20%, anche un apprezzamento sul bene attorno al 15% – 30% in base al taglio, alla purezza ed al carato, mentre i prezzi al grezzo sono aumenti fino al 15%.

Hanno contribuito all’incremento del prezzo il fatto che i livelli di produzione di diamanti naturali non sia ancora tornata ai livelli pre-pandemici, da un lato perché le società minerarie e gli operatori sono ancora cauti visto il rischio di potenziali nuove ondate e di conseguenza sono restii nell’intraprendere nuovi progetti, dall’altro perché le sanzioni da parte dei paesi occidentali, i quali stanno appunto proseguendo con il programma volto ad isolare economicamente il Cremlino cercando di porre fine al conflitto russo-ucraino senza dover scatenare una terza guerra mondiale, stanno limitando l’offerta presente sul mercato. Alrosa è la principale società di estrazione mineraria in Russia ed esporta circa un terzo dei diamanti presenti a livello globale.

Nel secondo trimestre dell’anno però si sta notando un lieve rallentamento dell’incremento del valore delle gemme rispetto ai livelli di crescita registrati nel 2021. Nei listini Rapaport non sono state registrate variazioni rispetto al primo trimestre nel valore delle gemme stesse, sebbene i rendimenti siano comunque positivi YTD nel range tra il 3% e il 9% in base alle caratteristiche di ciascuna pietra, senza considerare l’apprezzamento del dollaro che, rispetto all’euro, è passato da 1,10 a 1.

 

Un altro fattore da considerare è il fatto che l’India sia il tassello principale per la trasformazione del prodotto grezzo. Nel distretto indiano di Surat ha sede la più grande fabbrica di diamanti tagliati al mondo, in cui viene lavorato il 92% dei prodotti a livello globale. Dopo le chiusure e quarantene obbligatorie nel 2020, molti lavoratori stagionali hanno lasciato le fabbriche e una volta ripresa la produzione molti addetti non erano più disponibili a tornare perché occupati in altri settori. Questo ha pregiudicato la capacità produttiva della fabbrica tale da far schizzare il prezzo al dettaglio.

 

Secondo quanto emerge dal report realizzato da Bank of America sul settore dei diamanti, l’offerta globale è rimasta ai livelli della crisi finanziaria del 2008, mentre la domanda resta forte. Le aspettative di un rialzo nei prossimi trimestri restano elevate: le sanzioni imposte alle società minerarie russe non verranno rimosse presto e probabilmente la produzione non tornerà ai livelli del 2019 ancora per un po’. Inoltre, data la volontà di molti operatori di non intraprendere nuovi progetti o comunque per la tendenza futura ad una maggiore attenzione in termini di conformità, sostenibilità, trasparenza sull’origine delle gemme e una maggiore tracciabilità, si stanno sperimentato mercati dei gioielli riciclati e usati oppure creati in laboratorio. In tale scenario resta imprescindibile il fatto che il valore dei diamanti naturali è destinato a salire nel tempo.

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