Quante vite per un goal
Nel 1991, nello specifico il 14 ottobre, veniva pubblicato il quinto estratto dal album Innuendo dei Queen. Un singolo destinato a fare la storia della musica internazionale: The Show Must Go On.
Qualsiasi cosa accada il sipario deve aprirsi e l’opera andare in scena.
Inside my heart is breaking
My makeup may be flaking
But my smile, still, stays on
A quale prezzo?
Se da una parte il singolo è nato come meraviglioso sostegno a Freddie Mercury che nonostante la sua malattia ha continuato a esibirsi imperterrito, dall’altra vedo questa filosofia applicata ciecamente nel calcio, nello specifico nella gestione dei Mondiali 2022 in Qatar che si svolgeranno dal 20 novembre al 18 dicembre 2022.
Già nel 2021 avevo parlato delle problematiche legate alle morti bianche e allo sfruttamento dei lavoratori impegnati nella costruzione degli stadi e delle infrastrutture correlate ai mondiali 2022.
L’anno scorso infatti erano già 6.500 i morti sul lavoro da quando il Qatar si era aggiudicato il ruolo di ospite, 10 anni fa. Lavoratori trattati come schiavi per realizzare 7 stadi, un nuovo aeroporto, oltre che strade, mezzi di trasporto pubblico, nuovi hotel e una città per la finale della coppa del mondo.
La media settimanale è stata di 12 vittime provenienti da India, Pakistan, Nepal, Bangladesh e Sri Lanka, le cui famiglie non hanno ricevuto né risarcimenti né spiegazioni.
Fifa e cecità
Il presidente Fifa Gianni Infantino mi sembra molto una donna dell’alta aristocrazia dell’Ottocento che finge di non vedere l’elefante nella stanza mentre continua a sorseggiare il suo té pomeridiano.
Infatti, FIFA, attraverso il presidente Gianni Infantino e il segretario generale Fatma Samour, ha scritto un messaggio sulle qualificazioni della coppa del mondo alle 32 nazioni in competizione chiedendo di mettere da parte la “politica” e lasciare spazio al calcio. Questo dopo l’ennesimo messaggio di richiesta da parte di diverse federazioni calcistiche europee di intensificare le questioni in favore delle condizioni lavorative in Qatar.
Il Guardian comunica che questo appello, inizialmente fatto in maniera diplomatica, oggi cambia tono richiedendo un tentativo più coscienzioso di apportare cambiamenti sui diritti umani nel paese. La firma è di Mark Bullingham della FA e Noel Mooney della FA gallese, oltre che dei leader degli organi calcistici in Belgio, Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo, Svezia e Svizzera. Anche i capitani hanno comunicato che indosseranno una fascia al braccio su cui sarà presente il disegno della campagna “One Love”, che ricorda la bandiera arcobaleno simbolo della lotta LGBTQIA+.
Etica e calcio
Il calcio é onestà, tenacia, coraggio e dedizione. Insegna a lottare per il risultato sia con l’impegno personale sia con la stima reciproca tra compagni di squadra per i quali a volte si deve giocare oltre i propri limiti e altre si deve fare un passo indietro per lasciare i propri compagni conquistare il risultato al posto nostro.
Non trovo etico accettare che per l’organizzazione di un evento internazionale, per il quale tutto il mondo si stringe nella condivisione dei valori che lo sport calcio rappresenta, si stia agendo nella palese violazione dei diritti umani.
Tutti, tifosi e nazionali calcistiche, dovrebbero prendere posizione contro queste condizioni di lavoro disumane.
Oppure lo show riesce ad annullare tutte le morti bianche che hanno permesso che si svolgesse?
Nel 2021 la Fifa, Federation Internationale de Football Association, commentava al Guardian “con le misure di salute e sicurezza molto rigorose in loco(..) la frequenza degli incidenti nei cantieri della Coppa del Mondo Fifa è stata bassa rispetto ad altri importanti progetti di costruzione in tutto il mondo” senza però fornire prove o specificare di quali progetti si trattasse.
Oggi Infantino rimarca “Accogliamo con favore le assicurazioni fornite dal governo del Qatar e dalla Fifa per quanto riguarda la sicurezza e l’inclusione di tutti i fan che si recano alla Coppa del Mondo, compresi i fan LGBTQ+”.
Riscrivo perché magari non si è capito “COMPRESI I FAN LGBTQ+”. É già inquietante che sia stato necessario doverlo esplicitare.
Riflessione
La FIFA dovrebbe prendere consapevolezza di valori più grandi non solo di lei, ma anche di tutto lo sport calcio: dovrebbe capire che indipendentemente dagli investimenti economici, è necessario fare la cosa giusta. In coscienza.
Lo sport calcio è inclusivo e non dovrebbe accettare che un evento di portata mondiale prenda luogo al prezzo di migliaia di vite. Cioè parliamo di diritti umani calpestati.
Un goal può far dimenticare tutto questo?
Ma sì, intensificare i toni a neanche due settimane dall’inizio dei mondiali è oltremodo inutile.