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Flash sui mercati del 28.03.2022

di Marco Falsarella, 28/03/2022

 

Nuovi accordi di approvvigionamento e rischio recessione

 

I fatti principali

 

  • forze russe lasciano la città di Slavutych, appena fuori dalla centrale nucleare di Chernobyl;
  • il primo ministro russo Sergei Lavrov ha affermato ai media serbi che un meeting tra il presidente Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky in questo momento potrebbe essere “controproducente”;
  • il rendimento del Treasury Note a 10 anni si sta avvicinando al rendimento di quello a 2 anni, segnalando una possibile recessione;
  • prezzi del greggio crollano a seguito dell’inizio del lockdown a Shanghai;
  • il ministro delle risorse minerali canadese Jonathan Wilkinson ha detto che il Canada potrà aumentare le forniture di petrolio, gas e uranio per contrastare il problema della crisi energetica globale e per isolare maggiormente la Russia;
  • atteso per questo giovedì il via libera da parte del governo del documento di economia e finanza (DEF), nel quale verranno riviste la crescita del PIL, il rapporto con il deficit e il debito, oltre alle indicazioni per incrementare la spesa della difesa al 2% del PIL;

 

 

Nuovi accordi per l’approvvigionamento di risorse energetiche

 

Le continue pressioni sulle materie prime stanno facendo sì che molti paesi, in primis quelli europei, si stiano mobilitando per stabilizzare i rifornimenti e per dare maggior continuità alla filiera di approvvigionamento, aggiungendo allo stesso tempo un elemento di diversificazione alle proprie importazioni, specialmente per quanto riguarda il gas, di cui l’Europa è da molti anni dipendente dalla Russia, e da cui acquista attorno al 35% del proprio fabbisogno complessivo. Gli altri paesi da cui importa questo bene sono la Norvegia (16,40%), il Regno unito (3,20%), il Qatar (6,80%), Nigeria (4,80%), Algeria (7,70%), Trinidad e Tobago (1,30%), Stati Uniti (6,50%) ed il restante 18% da altri fornitori.

 

Di recente gli USA e l’UE hanno annunciato un accordo sull’approvvigionamento di gas naturale liquefatto (LNG) che permetterà al vecchio continente di ricevere attorno al 10% di quello che importa attualmente dalla Russia. Per fare ciò gli Stati Uniti collaboreranno anche con il Canada, il quale sta programmando di aumentare la propria produzione a 300 mila barili al giorno per sostenere la domanda.

 

L’attuale crisi in Ucraina potrebbe essere allo stesso tempo un driver importante per accelerare la transizione verso fonti di energia rinnovabili, convogliando ancor più risorse ed investimenti verso lo sviluppo di soluzioni green, anche se il gap da colmare sembra ancora molto distante (almeno nel breve periodo).

 

 

Recessione imminente?

 

Il mercato obbligazionario sembra dare dei segnali che hanno correttamente predetto quasi tutte le recessioni che sono avvenute negli ultimi 60 anni: una potenziale inversione delle curve sui rendimenti del Treasury Note. Nel momento in cui il rendimento del Treasury Note a 2 anni si avvicina molto al rendimento del Treasury Note a 10 anni, spesso sta a significare che gli investitori sono molto più preoccupati per quello che accadrà nel breve periodo anziché nel lungo, anticipando quindi una probabile recessione. L’attuale situazione geo-politica non ha fatto altro che accelerare questa possibilità. In un contesto in cui i livelli d’inflazione erano già molto elevati, molte banche centrali si sono viste costrette ad attuare dapprima un tapering (ridurre gli acquisti di bond governativi e di conseguenza arrestare l’immissione di nuova liquidità nel sistema) e successivamente a confermare i primi rialzi dei tassi, anche se in forma graduale.

 

Con la guerra di mezzo, la ripresa economica post-pandemica è a serio rischio e il fatto che siano previsti futuri aumenti dei tassi aggrava ancor di più la situazione (il capitale preso a prestito dalle aziende e dai privati costa di più e di conseguenza disincentiva la crescita). Le banche centrali non possono comunque attuare una politica monetaria accomodante, altrimenti l’inflazione continuerebbe a galoppare. Le variabili in gioco sembrano tutte dirette ad un unico risultato, e come in ogni crisi ci saranno dei vincitori e dei vinti.

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