Cripto-scandali
Dopo il fallimento di FTX, di cui tutti abbiamo sentito parlare, altri scandali nel mondo crypto e blockchain ci hanno accompagnato alla chiusura del 2022. Una pagina di storia che si considerava chiusa da tempo è stata riaperta, quella di QuadrigaCX.
QuadrigaCX, riaprono i conti
Per chi non si ricordasse o si fosse interessato al mondo crypto solo in anni recenti, QuadrigaCX è stato nel 2015 il primo exchange crypto del Canada. Con la scomparsa del suo fondatore, Gerald Cotten, l’azienda è stata costretta al fallimento in quanto il CEO risultava unico detentore delle private keys dei wallet aziendali.
Ogni wallet possiede due tipologie di chiavi: una chiave pubblica da condividere ad altri soggetti per lo scambio di cryptovalute e una chiave privata che autorizza l’effettiva movimentazione dei fondi. La mancanza delle chiavi private rende il wallet inutilizzabile e di conseguenza quasi 200milioni di dollari sono andati persi.
In molti hanno sempre sostenuto la possibilità di una truffa da parte di Cotten, le circostanze della sua scomparsa durante una vacanza in India risultano particolari, ma fino ad oggi non ci sono state scoperte rilevanti. Nel 2022 Netflix ha prodotto un documentario su questo scandalo, dal titolo: “Trust no one – alla ricerca del re delle criptovalute”.
Dopo 3 anni di silenzio, a fine dicembre 2022, i conti sono stati movimentati per la prima volta con lo spostamento di circa 2 milioni di dollari. L’ignoto alle spalle di queste transazioni, ha utilizzato un Crypto Mixer. Questo sistema permette di mescolare le proprie criptovalute con quelle di altre transazioni casuali, rendendone le tracce più complicate da seguire. Solitamente strumenti di questo tipo sono utilizzati da hacker malevoli con lo scopo di riciclare il denaro proveniente da attività illecite.
Crisi fallimentare, il caso Core Scientific
Sempre alla fine del mese di dicembre un’altra istanza di fallimento è stata registrata negli USA, questa volta non di un exchange, ma di un miner quotato in borsa, parliamo di Core Scientific.
Il CEO dell’azienda, Mike Levitt, ha richiesto il Chapter11: una particolare forma di fallimento che non obbliga la liquidazione, ma consente la ristrutturazione del debito per una possibile ripresa delle attività. La causa di questo atto estremo è la discesa incontrollata del valore delle principali cryptovalute Proof of Work minate da Core Scientific, in particolare Bitcoin. La valutazione dell’azienda è franata da 4.3 miliardi di dollari a luglio 2021 fino ai 78 milioni di dollari delle ultime giornate di contrattazione. Ad oggi l’azienda riesce comunque a generare flussi di cassa discreti, ma non capaci di coprire completamente i costi dei macchinari per l’attività di mining e il debito sottoscritto.
A differenza di FTX, il caso Core Scientific è una semplice situazione di tensione finanziaria, ma comunque è sintomo di un settore in fermento.
Crypto assets, meglio starne alla larga?
Da quanto riporta un’analisi effettuata da Immunefi, una delle principali società di sicurezza Web3 al mondo, nel 2022 sono stati 3,9 i miliardi di dollari persi dall’industria delle criptovalute, quasi la totalità di questi a causa di attacchi hacker.
Un dato di questo tipo sommato a continui fatti di cronaca nera come quelli riportati precedentemente, può essere sicuramente deterrente per approfondimenti o investimenti in blockchain, digital asset e crypto valute.
É importante sottolineare però come per ogni nuova tecnologia sia sempre stata fisiologica una deviazione di comportamento in negativo da parte di una fascia di utenti. Quanto detto deve quindi servirci da monito, spingendoci ad effettuare una ricerca più approfondita nei confronti dei soggetti promotori e della solidità del progetto.
Se da quanto analizzato sopra il mondo della Blockchain e cryptovalute risulta altamente pericoloso abbiamo parallelamente un mondo in enorme espansione positiva. Gli use cases di valore aumentano giorno dopo giorno, sia per l’innovazione delle attività tradizionali come quello finanziario e della logistica, sia per lo sviluppo di campagne umanitarie.